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Educazione 2024-02-07T12:51:58+00:00

Per chi vuole saperne di più sull’Educazione Steineriana consigliamo di leggere il libro “L’educazione dei figli” , Steiner, Oscar Mondadori, euro 8,50, a cura di Giovanna Chiantelli che ha raccolto in un libro di 154 pagine le principali indicazioni che Steiner ha dato nel corso della sua vita a partire dalla realizzazione della prima scuola nel 1919 a Stoccarda per i figli degli operai dell’imprenditore Emil Molt dell’azienda Waldorf-Astoria e che aveva chiesto a Steiner di impostare una scuola che fosse la migliore possibile a favore dei figli dei propri operai, poi estesa a tutte le classi sociali.

Le scuole steineriane nel mondo sono più di mille e sono in forte crescita sia nei paesi poveri sia nei paesi ricchi. In Germania sono ormai frequentate dal 10% degli studenti e in Finlandia sono completamente finanziate dallo Stato. In molti paesi Nord europei lo Stato finanzia totalmente o parzialmente queste scuole in quanto esiste in questi paesi una Autorità indipendente (finanziata dallo Stato) che valuta tutte le scuole e finanzia quelle che superano certi livelli di qualità. Ovunque le scuole steineriane raggiungono i più alti livelli di valutazione di Istituti indipendenti (là dove esistono) e l’Unesco ha dichiarato nel 2000 che le scuole steineriane sono la scuola “privata” (in realtà libera) a più alto tasso di crescita nel mondo.

La scuola steineriana si basa moltissimo sull’educazione tramite l’arte e la manualità in quanto vuole evitare una pedagogia-didattica unilaterale finalizzata alla formazione del solo intelletto, trascurando quella della volontà e del sentimento. Oggi i bambini vengono sollecitati intellettualmente sempre più presto (nelle scuole steineriane la prima classe è a 7 anni), invece di essere avviati gradualmente al loro impatto col mondo. Ricevono precocemente, attraverso la tecnologia, informazioni e conoscenze di cui non hanno nessuna reale esperienza vivente, essendo queste in gran parte virtuali. I bambini sono come spungne che assorbono tutto ciò che è presente intorno a loro. Si formano imitando da chi li attornia ogni gesto, ogni parola, ogni pensiero e ciò che assorbono, specie nei primi anni di vita, si unisce direttamente alle forze che stanno strutturando. Più avanti, dopo il settimo anno circa, la loro anima comincia a emanciparsi gradualmente dal corpo e sarà principalmente questa a ricevere dall’ambiente le impressioni che faranno di un ragazzo/a una persona equilibrata oppure no, ricca o povera di sentimento, con una capacità pensante chiusa o aperta in grado di attuare ciò che è stato imparato.

La struttura della didattica è molto diversa da quella tradizionale-pubblica, non esiste il libro di testo, nè i banchi, ma la maggiore difficoltà è che questa pedagogia esige, dal maestro/a, una costante autodisciplina, una dedizione devota ai bambini, una tensione continua verso il miglioramento di se stessi, in modo da costituire un modello umano (non certo perfetto) ma che anela alla continua crescita morale e spirituale. Non si tratta solo di istruire, cosa oggi ritenuta di principale importanza, ma di formare degli individui liberi da condizionamenti, in cui pensiero, sentimento e volontà cooperino in armonia, in modo che quello che la testa sa non rimanga mera teoria, mera erudizione, ma che attraverso l’entusiasmo passi nelle mani, divenga azione utile per il mondo.

Importantissima è anche l’auto educazione del maestro/a, un’attenzione alla propria vita interiore, perchè ciò che maggiormente forma nell’età evolutiva è ciò che l’educatore è, quale modello umano rappresenta. Una lezione, vista esteriormente, può anche essere corretta, erudita, ma ciò che maggiormente fa presa su chi ascolta è ciò che veramente vive nell’anima di chi parla. Finchè è piccolo il ragazzo non assorbe ciò coscientemente, ma quello che lavora nel subcosciente è ancora più importante per il suo sviluppo futuro. Per questo, anche nella esperienza personale di molti di noi che hanno frequentato le scuole pubbliche gli insegnanti che più ricordiamo e amiamo sono quelli che si sono sforzati di trasferire l’entusiasmo per la propria materia agli allievi, che erano i più appassionati e umani coi propri allievi, che non avevano in mente solo e tanto il programma da svolgere ma l’educazione di noi, un tempo lontano, piccoli studenti.